Lavorare ad alte temperature, sia all’aperto sotto il sole che in ambienti chiusi può essere pericoloso. Perciò quando si è colpiti da un colpo di calore improvviso, questo evento è considerato un INFORTUNIO SUL LAVORO.
A ricordarlo è l’Inca insieme alla Cgil, che sottolinea come durante le ondate di caldo aumentino gli infortuni.
Le ondate di calore, infatti, possono essere letali o provocare patologie anche a lungo termine. L’impatto che le alte temperature hanno sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici è molto importante, non a caso quando si verificano gli eventi di calore estremo si registra un aumento degli infortuni sul lavoro.
Gli effetti delle alte temperature incidono sia nelle lavorazioni al chiuso che all’aperto. Negli ambienti di lavoro chiusi è consigliato che la temperatura sia compresa tra i 21 e i 23 ° C in caso di attività che richiedano basso sforzo fisico con un’umidità massima compresa tra il 40 e il 60%, in caso di sforzo di media intensità, la temperatura deve essere compresa tra i 18° C e i 21° C. Durante la stagione estiva la temperatura interna non deve mai superare i 24°. Purtroppo, la norma del Testo Unico non è vincolante.
In molte occasioni di lavoro ed ambienti l’applicazione della normativa su Salute e Sicurezza sul lavoro in generale ed in particolare sul microclima e sul rischio calore non sempre è garantita, né le misure correttamente applicate. Se si superano i 35° C all’esterno, le aziende possono accedere alla Cassa Integrazione Ordinaria come stabilito dall’Inps, per poter far luogo ai necessari cambiamenti organizzativi atti ad evitare conseguenze su lavoratrici e lavoratori, ma non esiste nessuna norma che preveda la sospensione dell’attività lavorativa in caso di superamento delle temperature.