PENSIONE SPERANZA VITAPubblicato in Gazzetta il Decreto Ministeriale che fissa i nuovi requisiti per il pensionamento nel biennio 2025-2026. Non ci saranno adeguamenti dei requisiti anagrafici per il conseguimento della pensione di vecchiaia.

Non vi sarà adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita ISTAT almeno sino al 31 dicembre 2026. L’ incremento della «speranza di vita» sarebbe dovuto scattare il 1° gennaio 2025.

Di conseguenza rimane invariata a 67 anni l'età per la pensione di vecchiaia e per l'assegno sociale.

Negli anni passati gli adeguamenti alla speranza di vita furono:

  • 1° gennaio 2013 - aumento di 3 mesi;

  • 1° gennaio 2016 - aumento di 4 mesi;

  • 1° gennaio 2019 - aumento di 5 mesi;

  • 1° gennaio 2021 ed il 1° gennaio 2023 - adeguamenti non avvenuti.

Per la pensione di vecchiaia sino al 2026 occorrerà, quindi, continuare a soddisfare un requisito anagrafico di 67 anni (con almeno 20 anni di contributi

Per i contributivi puri viene convalidato sino al 2026 il canale di uscita a 64 anni unitamente a 20 anni di contribuzione effettiva, a condizione che il rateo pensionistico non risulti inferiore a 2,8 volte il valore dell'assegno sociale, e quello a 71 anni unitamente a 5 anni di contribuzione effettiva.

Il mancato adeguamento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia comporta poi l'invarianza sino al 2026 anche dei requisiti anagrafici per l'assegno sociale (che, pertanto, resterà congelato a 67 anni).

Per la pensione anticipata, che beneficia dell'esenzione dall'applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita sino al 31 dicembre 2026, i requisiti contributivi resteranno pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne, 41 anni per i cd. lavoratori precoci (questa prestazione, però, sconta dal 2019 una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti).